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Rino Gaetano - Mio Fratello E' Figlio Unico
Song
Mio fratello è figlio unico/Sfiorivano le viole è un singolo del cantautore italiano Rino Gaetano pubblicato nel 1976 dalla It.
Mio fratello è figlio unico è una delle più famose canzoni scritte ed interpretate dal cantautore calabrese Rino Gaetano. Durante la puntata di "33 Giri - Italian Masters", dedicata all'album "Mio fratello è figlio unico", in onda su Sky Arte, il pianista compositore Arturo Stalteri afferma che Rino non dice "Mario", bensì "Mariù".
La canzone è contenuta nell'omonimo album come prima traccia, è stata utilizzata anche come colonna sonora del film italiano del 2004 Lavorare con lentezza del regista Guido Chiesa e del film Portami via di Gianluca Maria Tavarelli.
Una cover del brano è stata eseguita dal gruppo rock degli Afterhours, che nell'occasione incidono per la prima volta in lingua italiana, ed inserita nell'album tributo E cantava le canzoni.
Album
Mio fratello è figlio unico è il secondo album in studio del cantautore italiano Rino Gaetano, pubblicato nel 1976 dalla It.
Descrizione
Nell'edizione originale dell'album non erano presenti i testi delle canzoni, ma soltanto uno dei singolari monologhi che Gaetano era solito scrivere sui suoi dischi.
L'album è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 14.
Il disco contiene due tra le più note canzoni del cantautore crotonese: Berta filava e l'omonima Mio fratello è figlio unico; quest'ultima fu utilizzata come colonna sonora del film italiano del 2004 Lavorare con lentezza del regista Guido Chiesa, oltre ad aver ispirato il titolo del film omonimo del 2007 di Daniele Luchetti, con Elio Germano e Riccardo Scamarcio.
Artist
Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano. Viene ricordato per la sua voce ruvida, per l'ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Gaetano arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla censura.
Crocevia della sua carriera fu l'esperienza sanremese con il successo di Gianna; per molto tempo infatti gran parte del pubblico italiano lo ha ricordato solo per questo episodio e per questa canzone.
I suoi lavori precedenti vennero quasi eclissati dal nuovo successo e ciò che giunse al grande pubblico delle sue canzoni – in primis Gianna – fu soprattutto il nonsenso e non tutto ciò che si celava dietro di esso. Tragica e prematura fu la sua scomparsa, dovuta a un incidente stradale che lo portò via a soli trent'anni.
Il lavoro di Gaetano cominciò a essere significativamente apprezzato diversi anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni vennero riscoperte soprattutto dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori, in particolar modo tra le nuove generazioni, e conferendo all'ormai defunto cantautore lo status di artista di culto.
Morte
Il 31 maggio Gaetano fece la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto e Scusa Mary nel programma Crazy Bus. In quei giorni incise alcune canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio Battisti.
La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale. Già l'8 gennaio 1979 un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guard rail: il cantante rimase illeso mentre la sua auto venne distrutta.
Gaetano aveva deciso poi di acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato, targata Roma Z40932. Il 2 giugno, verso le tre del mattino, dopo una serata passata nei locali, stava tornando a casa da solo a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre percorreva via Nomentana, all'altezza dell'incrocio con via Carlo Fea, con la sua vettura invase la corsia opposta.
Un camionista che sopraggiungeva nell'altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l'urto con il mezzo pesante era ormai inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti; Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l'impatto del petto sul volante e il cruscotto fu violentissimo.
L'autopsia rivelerà - come causa della perdita di controllo dell'auto - un possibile collasso prima dell'impatto, mentre il camionista - Antonio Torres, che presterà i primi soccorsi al cantante - raccontò di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell'impatto.
La Ricerca Dell'Ospedale
Quando arrivarono i mezzi di soccorso, Gaetano era già in coma; giunto al Policlinico Umberto I furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura allo sterno.
Il policlinico non aveva però un reparto attrezzato per gli interventi d'urgenza sui craniolesi, così il medico di turno, il dottor Novelli, tentò di contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Vennero contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a trovare un posto disponibile.
Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano morirà comunque alle sei del mattino. Vi furono successivamente polemiche per via del mancato ricovero e venne aperta anche un'inchiesta e un'interrogazione parlamentare. L'interrogazione parlamentare n. 4-02031 del 4 giugno 1981, con risposta del Governo del 1º febbraio 1982.
Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi poco dopo. Alle esequie parteciparono parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente venne sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre venne trasferito al cimitero del Verano.
La Ballata Di Renzo
In La ballata di Renzo, canzone scritta da Gaetano dieci anni prima della morte, si narra la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze simili a quelle del cantautore:
«La strada era buia, s'andò al S. Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario, si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero.» |
(da Quando Renzo morì io ero al bar - Rino Gaetano) |
Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar. Nella canzone vengono citati tre degli ospedali che rifiutarono Gaetano il 2 giugno 1981 per mancanza di letti: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.
Il 27 novembre 2007 Carlo Lucarelli ha parlato della morte del cantautore in DeeGiallo, programma radiofonico in onda su radio DeeJay, nel quale lo scrittore ricostruiva in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti legati al mondo della musica.
Testo
Mio fratello è figlio unico
perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato
e non ha mai pagato per fare l'amore
e non ha mai vinto un premio aziendale
e non ha mai viaggiato in seconda classe
sul rapido Taranto-Ancona
e non ha mai criticato un film senza prima prima vederlo
mio fratello è figlio unico
perchè è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone
perché è convinto che nell'amaro benedettino
non sta il segreto della felicità
perché è convinto che anche chi non legge Freud
può vivere cent'anni
perché è convinto che esistono ancora
gli sfruttati malpagati e frustrati
mio fratello è figlio unico sfruttato
represso calpestato odiato e ti amo Mariù
mio fratello è figlio unico deriso
frustrato picchiato derubato e ti amo Mariù
mio fratello è figlio unico dimagrito
declassato sottomesso disgregato e ti amo Mariù
mio fratello è figlio unico frustato
frustrato derubato sottomesso e ti amo Mariù
mio fratello è figlio unico deriso
declassato frustrato dimagrito e ti amo Mariù
mio fratello è figlio unico malpagato
derubato deriso disgregato e ti amo Mariù
alcuni estratti sono presi da Wikipedia - alcuni testi delle canzoni che non sono scritti e tradotti personalmente sono prelevati dal web da siti come lyricfind, musixmatch