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Antonello Venditti - L'Orso Bruno
Song
L'orso bruno/E li ponti so' soli è un singolo del cantautore italiano Antonello Venditti, pubblicato nell'estate 1973 come unico estratto dal primo album in studio L'orso bruno.
Uscito originariamente sotto la It, il singolo è stato ripubblicato l'anno seguente dalla RCA Italiana. Il brano L'orso bruno racconta il letargo di un orso bruno mentre il brano E li ponti so' soli è cantato in dialetto romanesco e descrive la vita di una vecchia clochard romana; verrà reincisa da Venditti nell'album Le cose della vita, con il solo l'organo eminent come accompagnamento.
La copertina del singolo riprende quella dell'album e riporta, anche se con disposizione leggermente diversa, lo stesso disegno a opera di Alvise Sacchi, il percussionista dei Blue Morning (gruppo prodotto dallo stesso Venditti nel 1973).
Il disco è stato registrato negli studi Fonorama di Milano (di proprietà di Carlo Alberto Rossi), ed il tecnico del suono è Bruno Malasoma.
Album
L'orso bruno è il primo album in studio del cantautore italiano Antonello Venditti, pubblicato nel 1973 dalla It.
Descrizione
Dopo l'esordio in coppia con De Gregori, per via del buon successo radiofonico riscosso dalle canzoni di Venditti (in particolare da Ciao uomo e Roma capoccia), Vincenzo Micocci decide di dargli fiducia, proponendogli la registrazione di un disco da solista, L'orso bruno, che viene pubblicato dalla It nell'aprile del 1973. Nell'album alcuni autori hanno rilevato una esplicita militanza politica.
De Gregori collabora al disco scrivendo insieme all'amico il testo di L'ingresso della fabbrica; il modello di riferimento è l'Elton John degli inizi, con gli album Elton John e Madman Across the Water e gli arrangiamenti delle canzoni, curati da Vince Tempera, si rifanno esplicitamente al lavoro effettuato da Paul Buckmaster con il cantautore britannico, specialmente nella title track o nella già citata L'ingresso della fabbrica (dove è addirittura presente all'inizio una citazione con il pianoforte di Your Song di Elton John).
Altri brani significativi dell'album sono E li ponti so' soli (cantata in dialetto romanesco), delicato bozzetto su una vecchia popolana romana, Lontana è Milano, storia di emigrazione (con tanto di citazione nel finale di In The Mood), Sottopassaggio, ritratto di un mendicante cieco, la title track L'orso bruno, chiaramente ispirata ad Indian Sunset dal già citato Madman Across the Water, canzone ambientalista (che infatti gli procurò un concerto per il WWF) e che musicalmente è forse il vertice del disco, e Il mare di Jan, caratterizzata da una lunga coda finale a ritmo di bolero con la citazione nel finale dello slogan del '68 "C'est ne qu'un debut, continuons le combat" (questo è solo l'inizio della nostra lotta).
Il disco è stato registrato negli studi Fonorama di Milano (di proprietà di Carlo Alberto Rossi), ed il tecnico del suono è Bruno Malasoma; la copertina è di Alvise Sacchi, il percussionista dei Blue Morning, prodotti dallo stesso Venditti nel 1973. Tra i musicisti che collaborano al disco da citare gli altri componenti, con Tempera, dei The Pleasure Machine, e cioè il batterista Ellade Bandini e il bassista Ares Tavolazzi.
La canzone E li ponti so' soli verrà reincisa da Venditti nel disco successivo, Le cose della vita, con un nuovo arrangiamento, molto più scarno.
Artist
Antonello Venditti, all'anagrafe Antonio Venditti (Roma, 8 marzo 1949), è un cantautore e pianista italiano.
Considerato fra i più popolari e tra i più prolifici della cosiddetta Scuola Romana, dal 1972, anno del suo debutto discografico, ha condensato nel suo repertorio canzoni d'amore e d'impegno sociale. Con 30 milioni di copie è uno tra gli artisti italiani con il maggior numero di dischi venduti.
Nasce a Roma nel quartiere Trieste (precisamente in via Zara, 13). È figlio unico di una famiglia appartenente alla media borghesia: il padre Vincenzino Italo, molisano di Campolieto, in provincia di Campobasso, è un funzionario dello Stato che diventerà viceprefetto di Roma; la madre Wanda Sicardi, romana, è insegnante liceale di latino e greco. Dal 1975 al 1978 è stato sposato con Simona Izzo dalla quale ha avuto un figlio, Francesco Saverio, nato il 27 agosto 1976, attore e doppiatore, che gli ha dato quattro nipoti: Alice, Tommaso, Leonardo e Mia.
Gli inizi: il Folkstudio
Viene avvicinato allo studio della musica giovanissimo. Già durante le scuole elementari, frequentate alla scuola "XX Settembre 1870" di via Novara, studia il pianoforte. Nella canzone Mio padre ha un buco in gola descriverà in maniera sarcastica la sua famiglia: il padre, infatti, aveva subìto una ferita alla gola nella seconda guerra mondiale (un proiettile gli rimbalzò sulla fibbia della cinta e si conficcò nella sua gola), mentre della madre, insegnante di latino e greco, canta «mia madre è professoressa, o meglio è una professoressa madre, mi ha dato sempre 4 anche se mi voleva bene».
Durante l'adolescenza ha problemi di obesità, arrivando a pesare 90 chili («ed io io crescevo bene, grasso come un maiale», canta sempre in Mio padre ha un buco in gola). A 14 anni scrive le sue prime tre canzoni: Sora Rosa (la prima in assoluto), Lontana è Milano e Roma Capoccia. Intanto frequenta il liceo Giulio Cesare, a cui rimarrà profondamente legato, tanto da dedicargli anni dopo una celebre canzone intitolata proprio Giulio Cesare.
Dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all'Università La Sapienza, laureandosi in legge nel 1973. Continua gli studi prendendo anche la laurea specialistica in Filosofia del diritto. Ha ritirato la laurea solo nel 1999 in una lezione concerto tenutasi nell'Aula Magna della Sapienza per festeggiare il suo 50º compleanno.
Testo
Quando la luna della foresta
Dipinge il fiume e la montagna
Un altro inverno senza dolore
Posa le ali sulla tua terra
Stai già sognando lunghe stagioni
E mele acerbe da regalare
A chi ti aspetta senza parlare
Nel tuo castello di roccia scura
Dopo l'inverno, la primavera
Sveglia le cose con la sua pioggia
Mentre i tuoi occhi chiusi nel sonno
Stanno aspettando il suo richiamo
Da, da-da, da, da
Da, da-da, da, da
Dio delle foglie, Dio della valle
Lui ti ringrazia per questo sonno
Fa' che il destino non sia crudele
Per un tuo figlio sempre fedele
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