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Andrea Laszlo De Simone - Conchiglie
Song
Tratto da Auralcrave:
Il video musicale di Conchiglie di Andrea Laszlo De Simone pare aderire ai canoni della corrente letteraria del realismo magico; la quale, sublimata nell’ambito della narrativa dallo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, ambiva a connotare i fatti di un’aura poeticamente surreale al fine di rendere meno asfissianti le prevaricazioni che si era costretti a subire, in certi luoghi e in una determinata epoca, dal quotidiano.
A suffragare tale accostamento concorre la scena iniziale del videoclip, con la sua ambientazione marinaresca e col corpo che giace esanime sul bagnasciuga, solo per poco non lambito dalla risacca. Questi, contravvenendo alle regole che logica ha dittatorialmente imposto, apre i propri occhi e con una forza ultravitale si trascina fra gli scogli, giungendo a quella che possiamo ipotizzare sia la sua abitazione. Per poi, infine, valicare l’ultimo muro e librarsi in volo.
La storia che ci viene raccontata è però, plausibilmente, un’altra. Fin dall’inizio, se si dà adito alla forte sensazione d’incongruenza percepita, si può notare come il video giochi con il tempo della narrazione attraverso un espediente meramente pragmatico: risulta, infatti, montato al contrario.
Cosicché ciò che ci viene esposto potrebbe iniziare dalla fine, ovvero dalla morte dell’uomo, e ricostruire l’intreccio che lo ha portato al gesto estremo del salto.Finale
La scena finale di Conchiglie stessa contribuisce a questa ambiguità; con il primo piano serratissimo sul volto scarno del protagonista indurito dal sole e dalla salsedine, al pari di quanto sia stato reso accidioso dal suo trascorso; venendo resa dagli accorgimenti tecnici sopracitati interpretabile sia come un volo, che come una caduta.
In ultimo, sono la musica della canzone e il suo testo ad acutizzare questa polivalenza significativa. La prima, con un’alternanza di melodie più o meno melanconiche; il secondo affrontando il tema dell’accettazione della sconfitta: talvolta annichilente, talaltra una spinta a strisciare con le poche forze rimaste quando si è schiacciati al suolo, per conquistare una nuova leggerezza.
Anche l’esperienza visiva sublima l’amore del cantautore per la solitudine, il disagio di esistere e, quasi a stravolgere quanto detto, per la rinascita.
I toni freddi di una giornata uggiosa aprono il video; qui si alternano campi medi dove il protagonista è quasi estromesso dalla scena e dettagli sul suo corpo. Nello specifico ai protagonisti del filmato: le mani e i piedi.Sporchi e a contatto con la natura essi prendono vita prima della coscienza stessa del corpo che dovrebbe governarli. È interessante rimarcare come in questa parte del video, ma anche in tante altre, i movimenti di camera siano ridotti al minimo; è perpetuamente il protagonista ad attraversare la statica scena.
Cosicché entrare dentro l’inquadratura, metafora dell’accettare la condizione di essere in vita e vivere, è sfiancante; uno sforzo ragguardevole, il quale si conclude solo con la scelta del salto nel vuoto.
Una caduta dall’alto dove il cielo da grigiastro si colora di un vivido azzurro e il volto ruvido entra, forse per la prima volta, nella scena.
Album
Tratto da Ondarock:
È un lavoro d'altri tempi, "Immensità", l'atteso ritorno di Andrea Laszlo De Simone a oltre due anni dall'importante affermazione ottenuta con "Uomo, donna". Non solo per l'attitudine sonora, inequivocabilmente debitrice nei confronti degli anni 60 e 70, ma anche per la struttura dell'opera.
Un disco che può essere ascoltato in due modalità distinte: soltanto le quattro tracce portanti, separate, canzone per canzone, oppure attraverso un viaggio di 25 minuti nel quale i brani si fondono fra loro fino a creare una suite, arricchita da un preludio, tre interludi e una conclusione.
Il punto di riferimento prevalente resta Lucio Battisti, ma questa volta emergono con forza anche parecchie influenze internazionali: se ne "Lo spazio" si scorgono rimandi neanche troppo velati ai Radiohead di "How To Disappear Completely", ancor più volontaria appare la connessione fra l'arpeggio di "Conchiglie" e i Portishead di "The Rip".
Prossimità importanti, piccoli omaggi resi da una personalità in costante crescita, che non teme il confronto con gli intoccabili, ingombranti per chiunque. La sensazione è simile a quando in Italia si traducevano i grandi successi internazionali, anche se De Simone riesce a trasmutare il tutto a propria immagine e somiglianza, senza alcuna paura di inciampare.
Siamo lontani anni luce da tanta tappezzeria musicale dei nostri tempi: qui si torna a una modalità di fruizione antica, a uno spirito di produzione artigianale.
Fra effetti cosmici, dilatazioni prog, spolverate d'archi e derive folk, "Immensità" è un disco che conferma l'imprevedibilità di un cantautore fra i più singolari e intriganti dei nostri giorni, che si sta imponendo fra i migliori della sua generazione, bravissimo a pescare buone idee dal passato e a ricontestualizzarle nel presente. Soltanto quattro tracce, ma tutte di grandissimo valore.
Artist
Andrea Laszlo De Simone, all'anagrafe Andrea Oliviero Laszlo De Simone Saccà (Torino, 18 febbraio 1986), è un cantautore italiano.
L'esordio discografico risale al 2012, quando Andrea Laszlo De Simone pubblica il suo primo album autoprodotto, Ecce Homo, a cui hanno seguito alcuni videoclip dei singoli "Solo un uomo", "11:43" e "I nostri piccoli occhi".
Nel frattempo, collabora ai progetti Nadàr Solo (dove suonava con il fratello Matteo) e Anthony Laszlo (con Anthony Sasso), dove suona in veste di batterista.
Anticipato dai singoli "Uomo Donna", "Vieni a salvarmi" e "La guerra dei baci", il 9 giugno 2017 esce per 42Records, a cinque anni di distanza da Ecce Homo, l'album Uomo Donna, il primo vero e proprio album di Andrea Laszlo De Simone.
L'album viene accolto positivamente dal pubblico e dalla critica, venendo inserito tra le più prestigiose classifiche di riviste e siti musicali italiani, e classificato come uno dei migliori album del 2017. Uomo Donna è un disco complesso, studiato tra diverse realtà musicali, in cui si fondono classico e moderno, tra la canzone d’autore italiana e la psichedelia di Battisti e dei Radiohead, da Modugno e i Verdena ai Beatles e i Tame Impala.
Immensità
Alla fine del 2019 produce e pubblica, sempre con 42 Records, l'album Immensità, una suite tra il pop e la musica classica, accompagnato dall’omonimo mediometraggio musicale. Immensità esce in Italia per 42 Records e in Francia, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti e Canada per Ekleroshock e Hamburger Records ricevendo recensioni positive dalla critica d'oltralpe.
Nel 2020 pubblica il singolo Dal giorno in cui sei nato tu, canzone dedicata ai suoi figli, impreziosita dal videoclip in super8 realizzato dal primogenito Martino.
A gennaio del 2021 esce Vivo, la ballad italiana accompagnata dalla piattaforma omonima animata da live-cams in diretta da tutto il mondo, il suo primo vero lavoro di produzione presso il nuovo studio Ecce Homo.
L’11 aprile 2021 pubblica in streaming su Dice TV "Il Film del Concerto", ripresa del concerto eseguito con il supporto dell’"Immensità Orchestra", composta da undici elementi. La regia è di Fabrizio Borelli e si è svolto negli spazi della Triennale con la produzione del festival MI AMI
Testo
Non ti sei fatto male
Proprio come pensavo
Vedi, non serve a niente
Ripararsi dal vento
Siamo solo conchiglie
Sparse sulla sabbia
Niente potrà tornare
A quando il mare era calmo
Ti sei un po' spaventato
Proprio come pensavo
Vedrai, non serve a niente
Rintanarti in te stesso
Siamo solo conchiglie
Sparse sulla sabbia
Niente potrà tornare
A quando il mare era calmo
Non più
Non più
...
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