Ho Visto Il Mare
Successe una mattina. Un sabato mattina. La casa… vuota. Un evento raro.
Mi ero appena alzato e mi stavo riprendendo da un’influenza un po’ fastidiosa. Il mese, Gennaio, portava a braccetto con sé un clima invernale e si accompagnava anche da un numero non così contenuto di basse temperature, non erano di entità polare, è chiaro… ma l’aria che si percepiva intorno era troppo rigida per permettere di andare spavaldi in cerca del sole.
Eppure lui era lì, in alto, bello, fiero e altezzoso.
E allora con l’ingegno di un abile pensionato (non lo ero ancora e chissà se lo sarei mai divenuto) presi una poltrona, spalancai le porte-finestre del balcone e la piazzai di fronte a quella palla che sembrava infuocata solo pallidamente. Mi sedetti, aggiustandola un paio di volte per centrare bene il bersaglio, e poi, ah finalmente, raggiunsi l’agognato calore. Quel calore che riscalda il corpo e scende all’interno, fino a sfiorare l’anima.
Minuti ben spesi, pensai.
Dopo pochi istanti, quasi subito in effetti, notai un evento strano, formidabile: vidi il mare.
Eppure non era un sogno a occhi aperti, non un miraggio da assopimento (sebbene sia vero che la mattina era ancora giovane), sì, proprio mentre chiudevo gli occhi e ambivo ad assorbire il calore del sole, ecco che era apparso lo specchio blu per eccellenza.
Il mare.
Un incredibile senso di tridimensionalità che i sogni non ti danno, l’effetto degli scrosci delle onde, sentire quasi gli schizzi venirti addosso e poi, ancora, un incredibile visione.
Immaginate con me quelle sensazioni che avrete sicuramente provato… di fronte ad uno specchio d’acqua (forse si nota di più in un lago, perché calmo) mentre il sole fortemente sbatte su di esso e voi siete lì, guardando quel riflesso pieno di colore, vedete quei cerchi colorati sospesi nell’aria e rimanete a volte un po’ storditi, ma in ogni modo totalmente sereni?
Ebbene il sole, quello vero, quello fuori dalla finestra, con i suoi raggi arrivò infine fin dentro i miei occhi e illuminò il riflesso dell’acqua che vedevo davanti, da sponda a sponda, quasi accecandomi.
Poi sparì.
Riapparve poi dopo qualche secondo, o qualche minuto, non so, ma per un altro breve lasso di tempo. E in quel momento iniziai a capire.
Maledetto me. Maledetta testa razionale. Tutto era uguale, tutto era come prima. Ma notai una cosa fondamentale. Una piccola cosa fondamentale.
La visione non appariva sostituendo tutto il buio che era nei miei occhi, ma se ne stava lì, verso il basso. Come se entrasse dalle palpebre abbassate, da fuori, dall’esterno, e per questo sembrava così reale.
E la terza volta non ci furono più dubbi.
Non era il mare.
Erano lacrime.